Noi ed il nostro pane

Il nostro prodotto per eccellenza è la micca di pane casereccio cotta in forno a legna.
Si tratta di un pane semplice fatto con: farina di grano tenero selezionata, acqua buona di Venasca, lievito madre o “crescent” (ossia impasto preparato la sera precedente), un po’ di lievito fresco di birra e poco sale.
La presenza del crescent dona al pane un sapore unico, un’alta digeribilità e una grande conservabilità: il nostro pane è buono anche i giorni successivi.
Non aggiungiamo niente altro, nessun grasso, niente strutto.
E poi lo cuociamo esclusivamente nel forno a legna (non abbiamo altri forni).
La cottura a legna dona al pane un profumo e una fragranza inconfondibili.
Tutto qua! Facciamo il pane come lo faceva nonno Antonio novant’anni fa e poi papà Giuseppe e ora noi.
Seguendo la tradizione, rispettando i tempi di lievitazione dell’impasto e i tempi del forno a legna che ha bisogno di più attenzioni per essere sempre alla giusta temperatura.

Siamo alla terza generazione di fornai.
Nonno Antonio, classe 1888, dopo aver fatto lunghe gavette presso altri fornai, comprò nel 1930 il fabbricato in Via Casavecchia con annesso forno e iniziò l’attività in conto proprio.
Papà Giuseppe, classe 1924, è cresciuto nel pastino di famiglia ed ha imparato tutti i trucchi del mestiere. Li ha poi condivisi con mamma Laura.
Così è stato anche per me, Mauro. Guardando i miei genitori al lavoro ho imparato ad accudire il “crescent” alla sera, a preparare un buon impasto, a capire quando il forno ha raggiunto la giusta temperatura (non ci sono termostati né timer nei forni a legna).
Ho trasmesso le mie conoscenze e la passione per il nostro lavoro ad alcuni garzoni che poi hanno proseguito per la loro strada aprendo nuovi panifici in Venasca e in paesi limitrofi.
Dopo il matrimonio e la nascita dei nostri figli, mia moglie Simona ha deciso di lasciare il suo precedente lavoro ed unirsi nell’impresa famigliare. In questo modo anche i nostri figli possono crescere assaporando il profumo del pane appena sfornato.
Chissà se uno di loro deciderà di portare avanti la nostra tradizione…